Intervista a Anna Maria Cerutti – Direttore commerciale Bagutta

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Anna-Maria-CeruttiCamiceria e marketing, ne parliamo con Anna Maria Cerutti Da Londra a New York, alla scoperta dell’abbigliamento internazionale, approdando nel settore della camiceria. Anna Maria Cerutti, Direttore Commerciale del brand Bagutta, vanta un’esperienza a tutto campo strettamente legata alla ‘cultura della camicia’, ha lavorato per diverse aziende internazionali ed ha appreso differenziate strategie di marketing per un vincente approccio ai mercati di tutto il mondo. Conoscenze che le hanno permesso di valorizzare le peculiarità della camiceria made in Italy, dalla qualità dei cotoni al design, frutto di una creatività unica al mondo unita all’artigianalità manifatturiera e alle preziose rifiniture dei capi sartoriali. Elementi sui quali Anna Maria Cerutti lavora con dedizione, promuovendo, con avanzate strategie di marketing, le collezioni italiane Bagutta nel mondo.

Ci racconti che cosa fa nella vita e delle varie esperienze che l’hanno portata a svolgere il suo lavoro.

Premetto che sin da bambina ero affascinata dal mondo intero e che era il mio più grande desiderio poterlo scoprire viaggiando permettendomi di conoscere persone, posti e culture diverse. Così…partendo per Londra a 18 anni fino ad oggi, il lavoro che mi sono cucita addosso è quello che amo con passione per gli stessi motivi.

Sono ormai 30 e passa anni che opero nel fantastico mondo dell’abbigliamento ed ora mi occupo della Direzione Commerciale della CIT SpA. La mia esperienza inizia quindi a Londra, in una boutique specializzata nel mondo del prêt-à-porter donna come commessa mentre il mio Inglese andava via via perfezionandosi.

Divento così in breve tempo, Buyer e Manager della Boutique Londinese chiamata Harabel’s dove scopro e ho il piacere di lavorare negli anni 80 con gli stilisti importanti come Versace, Lagerfeld, Cavalli, Gaultier, Mugler, Montana ecc.

La mia esperienza nel retail continua poi nella grande mela, a New York dove, a 25 anni, apro la Boutique Alma sulla Madison Avenue rimanendo sempre nell’abbigliamento fascia alta del pret a porter firmato donna.

Lavora nel settore della camiceria da molti anni, c’è un motivo in particolare che l’ha spinta a lavorare in questo campo?

E’ proprio a New York che ad un evento social, ho il piacere di conoscere il fondatore e titolare dell’allora camiceria leader tedesca Van Laack, il Signor Rolf Hoffman, uomo di grande cultura, amante dell’arte oltre che collettore di grandi opere di artisti moderni.

Il Signor Hoffman mi introduce nel mondo affascinante delle camicie che lui trattava come se fossero dei veri gioielli realizzati con perfezione quasi maniacale.

Così inizia il mio percorso nel mondo camicia, grazie ad un eccezionale Maestro che poi mi darà l’opportunità (che coglierò con entusiasmo soprattutto perché mi portava a conoscere l’America da Nord a Sud) di diventare Responsabile della distribuzione in USA e Canada.

Questa esperienza diventa il mio destino…a cui faranno seguito altre aziende specialiste della camicia Uomo e Donna (Robert Friedman, Marol , Eton) ritornata una volta in Italia.

Sappiamo che ha lavorato anche per delle aziende internazionali, siamo curiosi di sapere come e in che cosa si differenziano dalle camicerie italiane?

Come accennato sopra, ho avuto l’onore di lavorare con Van Laack che ai tempi era e veniva chiamata “la Rolls Royce delle camicie” dove ho imparato la cultura della perfezione della camicia classica. Mentre invece nel mio recente passato, ho avuto il piacere di lavorare con Eton, un azienda Svedese di grande modernità d’approccio ai mercati con grandi strategie di marketing.

L’approccio nord Europeo è molto diverso nel mondo della camicia che tende a focalizzarsi ancora oggi sulla cultura della camicia business per l’uomo d’affari o il politico che richiede sempre un look impeccabile, con un prodotto più rigido nell’impostazione, con colli più “duri” e tessuti con finissaggi non stiro per garantire una lunghissima durata del capo. Per finire, con Eton, mia recente esperienza, ho imparato invece l’importanza del marketing e della comunicazione mirata.

Le collezioni Italiane invece, e in Bagutta in particolare dove personalmente io più mi identifico, continuano a distinguersi con una costante ricerca nello stile, nei lavaggi e nello studio di colli quasi vuoti per un massimo e piacevole comfort ed un look sempre aggiornato nei volumi.

Lei come vede il futuro della camiceria italiana e soprattutto quello del Made in Italy? Quali saranno le sfide da affrontare?

Vantiamo le migliori aziende produttrici di cotoni in Italia e di conseguenza di migliori disegni di ricerca nelle nostre proposte delle collezioni di camiceria. Questa passione per tutto quello che riguarda il DESIGN fa si che la parte creativa che solo noi possiamo ancora offrire e, una manifattura sempre più artigianale e pertanto meno industriale, saranno gli elementi di sfida sempre più importanti per il futuro del Made in Italy.

Inoltre, una forte parte la giocheranno le strategie di marketing mirate ad un mercato Internazionale ma sempre più globalizzato.

Infine, quali sono, secondo lei, gli elementi che distinguono una camicia di qualità?

Direi che potendo lavorare con una base di tessuti/cotoni di alta qualità possibilmente doppi ritorti, bottoni in madre perla, rifiniture quasi sartoriali e uno studio continuo di dettagli preziosi, sono gli elementi per riconoscere una camicia di alta qualità.

Ringraziamo la gentilissima Anna Maria Cerutti per l’intervista che ci ha concesso. Quali sono secondo voi le migliori strategie mirate al mercato internazionale per un sempre più roseo futuro del Made in Italy?

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