La storia dei bottoni si perde nella notte dei tempi. Alcune prove dimostrano che prototipi rudimentali di bottoni esistevano già in Cina nell’età del bronzo e poi nell’antica Roma. La storia del bottone come oggi lo conosciamo inizia però soltanto nel Medioevo. In questo periodo il bottone era un elemento decorativo molto apprezzato. In assenza delle asole, tuttavia, gli abiti aderenti venivano cuciti e scuciti ogni volta che arrivava il momento di indossarli! Nonostante la mancanza di una utilità pratica, i bottoni vennero impiegati in grandi quantità, come fece ad esempio Francesco I di Francia, che volle applicare ben 13.600 bottoni d’oro su un suo abito di velluto nero. Qualche secolo dopo, durante il ‘600, il famoso Re Sole si appassionò di bottoni in miniatura, tanto da farvi dipingere paesaggi, fiori e persino scenette erotiche.
La storia del bottone prende una piega nuova e inedita intorno al ‘700, quando ebbe inizio l’utilizzo capillare e la produzione su vasta scala. È in questo periodo che i bottoni assumono la loro funzionalità specifica. Per la produzione si utilizzavano dei materiali pregiati, come oro e argento, insieme all’ottone. Si trattava di bottoni molto elaborati e piuttosto grandi. Una leggenda dice che Napoleone ne fece cucire sulle maniche dei cappotti dei suoi soldati perché questi smettessero di utilizzarle al posto dei fazzoletti. Con la prima rivoluzione industriale i bottoni artistici hanno lentamente cominciato a scomparire, lasciando spazio a quelli di forme standard.
Ancora oggi i bottoni continuano ad essere una parte importante dell’aspetto di un capo. Non a caso molti brand dedicano parecchia attenzione al loro aspetto. Ck Calvin Klein e Poggianti 1958, ad esempio, hanno personalizzato i bottoni delle loro camicie, incidendovi sopra il nome del marchio. Xacus, invece, ha utilizzato per la sua linea sportiva dei particolari bottoni a tre fori, mentre i bottoni di Alea hanno ben sei fori, cuciti con un filo in contrasto in modo da creare un fiore. Questo dettaglio è inoltre sottolineato dal fatto che su alcuni bottoni è stata incisa la parola “flowear”, unione di flower e wear, cioè fiore e abbigliamento. Infine, il bottone può divenire anche un segno distintivo di una marca, come nel caso di Carrel, che in ogni camicia mette un bottone rosso in basso, ovviamente con il logo “Carrel”.